Come gestire la rabbia in adolescenza? L’adolescenza è probabilmente uno dei periodi di vita più complessi che l’essere umano si ritrova a dover affrontare. È quella fase in cui la metamorfosi sta per avvenire, ma ancora non è avvenuta. Da adulto quando si pensa alla propria adolescenza, spesso la si associa a litigi con la mamma, con il papà, alla sensazione del non sentirsi compreso, alla voglia esagerata di stare con gli amici, alla non accettazione del proprio corpo, al sentimento di inadeguatezza e molto altro ancora. Tuto questo perché la fase adolescenziale è un cambiamento radicale e noi sappiamo bene che per l’essere umano, inizialmente, il cambiamento crea paura e instabilità. Gli adolescenti sono in una fase di transizione che li porterà dal mondo dell’infanzia al mondo dell’adulto: cosa c’è di più complicato?
LA RABBIA COME RISPOSTA AL CAMBIAMENTO
L’OMS, trattando il tema della salute degli adolescenti scrive: “L’adolescenza è un momento critico della vita. È un momento in cui le persone diventano individui indipendenti, creano nuove relazioni, sviluppano abilità sociali e apprendono comportamenti che durano il resto della loro vita. Può anche essere uno dei periodi più impegnativi.”
La fase adolescenziale mette l’individuo che la sta vivendo nella condizione di dover affrontare cambiamenti psicologici, fisici ed emotivi. In questa fase l’emotività è spesso caratterizzata da picchi intensi. Tra le emozioni con cui l’adolescente si scontra maggiormente nel rapporto con il mondo adulto, e soprattutto con i genitori, troviamo la rabbia. Questa emozione, in molte occasioni, nasce dalla sensazione di non sentirsi ascoltati. E di contro il mondo adulto, di fronte alle richieste dell’adolescente, risponde come se davanti a sé avesse ancora un bambino, ma così non è. Al contrario è un ragazzo che sta crescendo e che ha dei pensieri, delle sensazioni, che ha imparato delle cose e vuole condividerle, che cerca confronto e chiede ascolto. D’altra parte, come si può star bene senza sentirsi ascoltati?
L’IMPORTANZA DELL’ASCOLTO PER IMPARARE A GESTIRE IL CONFLITTO
Quindi qual è una buona postura per mettersi in ascolto e gestire la rabbia in adolescenza? E cosa significa: ascoltare? In questo articolo, l’ascolto a cui mi riferisco è quello attivo ed empatico, quell’ascolto che ci permette e permette all’altro di entrare in una relazione di benessere. Chi ascolta in modo attivo-empatico sta donando all’altro tutta la sua attenzione e il suo tempo; pur non dicendo nulla sta comunicando: sono qui per te, ti comprendo, quel che dici è importante. Dare all’altro la possibilità di sentire che chi ha di fronte lo sta ascoltando per davvero mette in circolo sensazioni di benessere che permettono di abbassare i livelli delle emozioni, come rabbia e paura.
Se concedo a mio figlio l’ascolto, gli trasmetto un messaggio importantissimo: la rabbia fa bene e va vissuta, ma con il dialogo, la vicinanza e la cura si può gestire.
COME AFFRONTARE UNA DISCUSSIONE CON UN FIGLIO ADOLESCENTE
Quando ci troviamo di fronte ad una lite, ricordiamo che ci sta chiedendo di essere riconosciuto, visto, rispettato. Concediamogli quindi quel che ci chiede perché ne ha diritto per una crescita sana ed equilibrata.
Mi piace ripetere le parole di Susanna Tamaro, nel suo libro “Va dove ti porta il cuore”: “Sebbene fossi preparata al fatto che avresti cambiato carattere con l’adolescenza, una volta avvenuto il cambiamento mi è stato molto difficile sopportarlo. All’improvviso c’era una persona nuova davanti a me e questa persona non sapevo più come prenderla.”
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