L’alimentazione in gravidanza è una risposta concreta ad alcuni argomenti che spesso creano imbarazzo, come la stipsi e le emorroidi. Contrariamente a quanto si creda, le emorroidi sono normalmente presenti in tutti gli individui: si potrebbero definire come cuscinetti vascolari che proteggono il canale anale dai traumi e giocano un ruolo fondamentale nella continenza fecale. Nel momento in cui vi fosse una crescita eccessiva di questi cuscinetti, andremmo incontro a quella che viene chiamata patologia emorroidaria, cui solitamente si fa riferimento col termine “emorroidi”.
La gravidanza è uno dei periodi della vita che più spesso predispongono allo sviluppo della patologia emorroidaria, soprattutto nel secondo e nel terzo trimestre, a causa di un aumento della pressione addominale e del sangue circolante dovuti alla normale crescita del bambino all’interno dell’utero. Questo fa sì che ci sia una maggiore stasi venosa a livello perianale, che provoca la dilatazione delle vene emorroidi e quindi la patologia.
Emorroidi e stipsi: due problemi comuni in gravidanza
Al di là di questi elementi non modificabili, un altro fattore di rischio tipico della gravidanza, spesso sottovalutato nonostante la sua grande importanza, è la stipsi. Come è noto, la stipsi può essere legata alla sedentarietà e a una dieta povera di fibra e di acqua. In questo periodo della vita, però, la stipsi è promossa anche dall’effetto del progesterone, ormone che riduce la motilità intestinale per fare sì che una maggiore quantità di nutrienti arrivi al bambino grazie al contatto prolungato del cibo con la parete dell’intestino; in alcuni casi, inoltre, la stipsi è esacerbata dall’utilizzo degli integratori di ferro utili alla copertura dei fabbisogni che aumentano durante la gravidanza.
Stipsi e emorroidi, le tre regole della prevenzione.
Nonostante possa sembrare che i fattori su cui lavorare con l’alimentazione siano pochi, essa può avere un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’insorgenza della stipsi, e quindi delle emorroidi. Innanzitutto, la dieta deve essere equilibrata e comprensiva di tutti i macronutrienti nelle giuste quantità (carboidrati, grassi, proteine), per fare in modo che la digestione e l’assorbimento dei nutrienti avvenga efficientemente. In secondo luogo, ci sono tre punti su cui è importante porre l’accento:
Regola numero uno: la fibra alimentare
La fibra è fondamentale per mantenere il normale transito intestinale e la salute del microbiota. L’introito di fibra giornaliero dovrebbe essere garantito dal consumo di almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno (evitando quella astringente ricca di tannini come la banana e il kaki acerbi), dall’uso di cereali integrali (pane, pasta, cereali in chicco) in sostituzione ai cereali raffinati, e dall’introduzione dei legumi come secondo piatto almeno 3 o 4 volte a settimana in sostituzione, per esempio, della carne. È possibile inoltre aumentare l’apporto di fibra attraverso il consumo di semi oleosi e frutta secca a merenda o come condimento di insalate. È necessario però fare attenzione: l’aumento della fibra deve essere graduale per evitare di provare gonfiore, flatulenza o dissenteria.
Regola numero due: acqua
L’acqua è un elemento di cui spesso dimentichiamo l’importanza, ma è fondamentale per il mantenimento di un buono stato di salute. Nel nostro caso, lavora in collaborazione con la fibra insolubile per il mantenimento del corretto transito intestinale aumentando il volume delle feci e mantenendone la consistenza adeguata. In gravidanza, inoltre, il fabbisogno di acqua aumenta per fare fronte alla crescita del bambino: è quindi fondamentale assumere 2-2,5 litri di acqua al giorno.
Regola numero tre: l’attività fisica
La sedentarietà è riconosciuta come un fattore predisponente alla stipsi nella popolazione generale, e questo è vero anche per le donne in gravidanza. L’attività fisica promuove il movimento dei muscoli intestinali che regolano la peristalsi, cioè il meccanismo per cui le feci vengono fatte avanzare. Quando possibile, la raccomandazione è quindi quella di svolgere una attività fisica aerobica giornaliera e regolare di intensità lieve o moderata (per esempio una camminata) di circa 30-40 minuti. Nei momenti in cui non si svolge attività fisica è comunque positivo mantenersi attive quanto più possibile, cercando di non rimanere in posizione seduta per tempi eccessivamente lunghi. Allo stesso tempo, è controindicato fare sforzi eccessivi, poiché questi predispongono allo sviluppo di emorroidi per l’aumento della pressione addominale.
E se le emorroidi sono già presenti? Ecco cosa fare.
Nel momento in cui le emorroidi dovessero essere già presenti, invece, il ruolo dell’alimentazione si concentra sulla gestione dei sintomi e della loro gravità.
Sicuramente valgono gli stessi consigli dati per la prevenzione: il mantenimento di una evacuazione regolare, infatti, aiuta a non peggiorare la condizione esistente. È necessario però aggiungere due particolari:
Ridurre o evitare i cibi irritanti
Spezie come il peperoncino, il pepe e la paprika, e alimenti come il curry, la menta, il cioccolato, il tè in foglie e il caffè possono irritare l’intestino e di conseguenza aumentare il bruciore. Gli effetti di questi alimenti sono però molto variabili da persona a persona, quindi non è detto sia necessario escluderli tutti.
Consumare cibi ricchi in ferro
Il sanguinamento, uno dei sintomi delle emorroidi, può provocare una perdita anche ingente di ferro, minerale il cui fabbisogno in gravidanza è molto elevato, come abbiamo visto. È utile quindi aumentare il consumo di cibi quali legumi, frutta secca a guscio e semi oleosi, e condire il tutto con un po’ di succo di limone, la cui vitamina C aiuta l’assorbimento del ferro. Il succo di limone può essere aggiunto anche alla carne, anch’essa ricca di ferro, ma ricordiamo che non è auspicabile aumentare il consumo di questo alimento oltre le 3 o 4 porzioni a settimana.
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