Cantare fa bene. E il perché ha radici in motivazioni scientifiche: il canto rilascia endorfine, gli ormoni collegati a sentimenti di piacere ed è per questo che spesso ci sentiamo dire che cantare rende felici. Inoltre cantare insieme ad altre persone ci può aiutare a combattere sentimenti di solitudine. Sono moltissimi i benefici del canto e non a caso c’è un vecchio detto popolare e conosciuto che dice: “Canta che ti passa”. Ma funziona davvero il binomio canto e benessere? Sì, funziona per diversi motivi. Vediamoli per ordine.
La voce è solo nostra e nasce dentro di noi
La voce è uno strumento potentissimo che nasce dentro di noi ed è solo nostro. Per questo il detto non dice “ascolta un altro cantare che ti passa” o “ascolta la musica che ti passa”, ma dice proprio “canta che ti passa”. Vocalizzare e cantare per noi stessi è curativo e terapeutico: nascendo da dentro infatti, la voce ci massaggia. L’aria, il respiro e la voce, con lo spostamento vibratorio che questi creano, toccano i tessuti, i muscoli, apparato scheletrico. Questo provoca un vero e proprio massaggio interno e cos’altro può massaggiarci e toccarci dall’interno se non il respiro e la voce?
Non esiste un organo del canto: la voce mette in connessione più organi
Il gesto del cantare coinvolge più apparati per essere compiuto. Le strutture coinvolte per cantare appartengono sia all’apparato fonatorio sia a quello respiratorio con il diaframma e tutta la cassa toracica, sia a quello digerente con la bocca, la lingua e la masticazione. Non esiste un organo del canto, o meglio, il canto, per essere effettuato, coinvolge organi che svolgono anche ad altre funzioni: polmoni, bronchi, trachea, glottide, corde vocali, faringe, cavità buccali e nasali. Proprio per questo interconnessione di organi, strutture e funzioni, il canto e l’espressione vocale risultano un efficace strumento terapeutico e di benessere.
Il canto ci mette in movimento
Il movimento delle mani, dei piedi e del corpo: tutto può essere coinvolto nell’atto del cantare. Spesso cantando infatti ci si muove e si balla. E anche laddove c’è impossibilità di movimento, penso ai miei pazienti con disabilità fisiche importanti, è come se il canto e la vibrazione nutrissero da dentro le strutture e il loro desiderio di muoversi. Il “come se” nel canto è fortissimo perché possiamo immaginare di camminare lentissimamente oppure correndo ed ecco che il colore della voce cambia ed è connesso con quanto la persona sta vivendo internamente.
Il canto è un ottimo regolatore di sistema simpatico e parasimpatico
Per dirla in modo semplice se abbiamo bisogno di calmarci il canto ci rilassa e ci distende, se abbiamo bisogno di attivarci ci attiva e ci tonifica.
Certo il canto veicolato all’interno di una relazione terapeutica di fiducia è ancora più potente perché nella cura è la relazione a fare davvero la differenza. Ma anche se non si è in una relazione terapeutica il canto e il gesto del cantare, lo sappiamo tutti, ci aiuta e in parte ci obbliga anche ad entrare in connessione con ciò che stiamo provando e in qualche modo ci aiuta nel provare a superarlo. Tutti in doccia o in macchina cantiamo, fischiettiamo, ascoltiamo musica. E se siamo tristi, questo è tipicamente femminile, cerchiamo quelle canzoni che cantandole ci portano dentro a quel sentimento che stiamo provando. Viceversa, se abbiamo desiderio di ballare ecco che ci canticchiamo qualcosa che ci aiuta a muoverci.
Il nostro corpo lo sa, sente cosa fa bene e cosa no, e sa anche che ci sono momenti in cui cantare non è possibile perché il corpo ci chiede silenzio. Ed è così che va bene. L’ascolto di sé è sempre una grande conquista.
Vuoi cominciare un percorso di musicoterapia? Vuoi cantare con la dott.ssa Manuela Padoan? Scrivici